mercoledì 21 dicembre 2011

Provvedimento di espulsione

Ieri pomeriggio mi telefona mio padre, da quel di Cadoneghe, PD, ove io anagraficamente risiedo pur essendo domiciliata altrove. Non avevo spostato la residenza, dopo il matrimonio, per due motivi:
1. il comune di Monopoli ancora doveva ricevere la notifica dell'avvenuto lieto evento
2. attendevo, al mio indirizzo di Cadoneghe, che mi arrivasse un rimborso IRPEF. Sai mai quando mi sarebbe arrivato, se avessi complicato le cose trasferendomi!

(ah, la burocrazia! Kafka, dentro di sé, sogghigna)

Ora non so che fine abbia fatto il mio certificato di nozze, ma papà comunica che c'è posta da parte dell'Agenzia delle Entrate. Mi hanno liquidata! Tutta contenta, gli dico che approfitti di quando verrà qui mia mamma a trovarmi, il mese prossimo, per farmi recapitare le lettere così potrò andare a riscuotere.
Mi dice che è arrivata anche una lettera dall'ufficio anagrafe del comune di Cadoneghe in cui mi si invita a contattarli il prima possibile, per via del censimento.

Stamattina telefono.

Io: "Pronto, buongiorno, mi chiamo Elena Tosato, ho ricevuto una lettera in cui mi invitavate a contattarvi"
Impiegato: "Ah! Ecco! Elena Tosato. (tono accusatorio) Ci risulta che non ha compilato il modulo del censimento"
Io (tono di cittadina ligia all'ordine): "È vero, perché a Cadoneghe ho la residenza, ma il censimento chiedeva la dimora abituale; sicché mi sono censita nel comune dove ho la dimora abituale"
Impiegato: "Questo fa sì che Lei venga cancellata dall'anagrafe di Cadoneghe."
Io: "Eh?"
Impiegato: "La contatteranno dal comune dove si trova adesso, per farla iscrivere a quell'anagrafe"
Io: "Eh?"
Impiegato: "Sarebbe meglio che andasse Lei di sua spontanea volontà e cambiasse la residenza"
Io: "Eh... beh... sì, così farò..."
Impiegato: "Grazie e arrivederci"
Io: "Eh... grazie a Lei... buona giornata..."

Riattacco. Panico. Sono stata espulsa! Mi hanno dato il foglio di via! Non basta che hanno soppresso il treno Lecce-Trieste. Mi cacciano! Come gli ebrei del Nabucco sulle sponde dell'Eufrate! Alla faccia dei leghisti!
Ma la cittadinanza, almeno, me la lasciano? Mi vedo improvvisamente in un CIE, monitorata dagli osservatori dell'ONU e adottata da Angelina Jolie. No, aspetta. La cittadinanza me la lasciano. È Italia qui come è Italia lì. Sono solo temporaneamente sans papier per un inghippo burocratico.

(Kafka, dentro di sé, ridacchia)

Beh, che si può fare, a questo punto? Si prende atto. Se non mi vogliono in Veneto mi vorranno in Puglia. So già cucinare fave e cicoria e le orecchiette con le cime di rapa, per il riso patate e cozze posso sempre attrezzarmi. Mi copro, che fuori fa freddino, e mi dirigo a piedi verso il comune di Monopoli a chiedere asilo, cioè, cambio di residenza.

Busso educatamente all'ufficio e informo la gentile impiegata che voglio effettuare un cambio di residenza: da Cadoneghe, Padova, a Monopoli, Bari.

Impiegata: "Vive da sola?"
Io: "No, con mio marito, che è già residente qui"
Impiegata: "Allora deve venire anche suo marito"
Io: "Davvero?" (mai, mai, mai chiedere spiegazioni in questi casi)
Impiegata: "Eh sì" (ecco, questa è la spiegazione migliore che ti può arrivare)
Io: "Allora torno con mio marito"

(Kafka, dentro di sé, si sta sbellicando, lui, il castello, il processo, la colonia penale e pure quello stracacchio di scarrafone)

Ci aggiorniamo a domani, che devo dire. Spero che portare un marito e una carta d'identità sia sufficiente. Per scrupolo mi porterò dietro anche le analisi del sangue, così vedono che sono sana.
Siccome però ho deciso di prendere la cosa con spirito, me ne sono tornata a casa ridendo (non come Kafka, ma quasi). In quello che ridevo, tutta allegra, mi rendevo conto di passare davanti a un crocicchio di prefiche e parenti affranti riuniti davanti a un carro funebre.

Che figura. Non accetteranno mai la mia richiesta di residenza.

EDIT. Sono andata al comune di Monopoli, con l'apposito coniuge, a sbrigare le pratiche. Oggi è il 21 febbraio e sto ancora aspettando l'arrivo dei vigili che certifichino il fatto che è proprio vero che abito qui. Nel frattempo sono apolide.

lunedì 12 dicembre 2011

L'anti-anti-Dühring

Cosa succederebbe se un proletario, nella tensione dialettica volta a cogliere la propria coscienza di classe e a ribellarsi all’alienazione della cogenza del meccanismo industriale capitalista che lo priva dei mezzi di produzione, si cimentasse nella doppia negazione della doppia negazione?

Affrontiamo l’argomento nella sua sede naturale, ossia il piano complesso. La doppia negazione della doppia negazione è equivalente all’estrazione delle radici quarte dell’unità, come ben noto dal teorema di Engels-Eulero che si rifà a sua volta ai lavori di Cardano, matematico che già impegnò la sua forza lavoro occupandosi dei giunti che da lui prendono il nome, dimostrando così una spiccata propensione al meccanicismo determinista che vede nel taylorismo la sua mortificazione, e nel marxismo la sua riscossa.
Risolta materialisticamente l’equazione trovando la prima radice dell’Unità, chiamiamola “Gramsci” per affinità semantica, si dimostra che ve ne sono altre tre, ottenute moltiplicando la prima per exp (i*(k*pi)/2), k=1,2,3; trasferiamoci ora nel piano dialettico isomorfo a quello complesso: la complessità è ben nota a tutti i compagni frequentatori di dibattiti in sezione, ove si è soliti interconnettere l’asse reale, detto pessimismo della ragione, con quello immaginario, detto ottimismo della volontà (si veda il lavoro del compagno V. Ivanov, “Analisi complessa, olomorfismo proletario e teoria gruppale dei piani quinquennali”, Raffaello Oltrecortina Editore, 1957)

La doppia negazione della doppia negazione si ottiene ruotando di pigreco mezzi (i debosciati occidentali, con la loro notazione di libertinismo sessagesimale, direbbero “novanta gradi”) l’affermazione di partenza. Un chicco doppiamente-doppiamente negato diventa un non-non-non-non chicco, ossia -trascendendo i problemi di balbuzie- la pianta sempiterna della forza proletaria che dopo esser stata soggiogata dalla brutalità del Capitale e rosa dall’imbolsimento borghese si emancipa per costruire la società senza classi, doppionegandosi a sua volta, che lo stelo della pianticella d’orzo gli fa un baffo che neanche il compagno Stalin.

(© Elena Tosato 2010)

sabato 3 dicembre 2011

Epinicio

in endecasillabi e settenari (AbAB CDCd, AbAB CDCd, EffE)

Epinicio in onore del Serenissimo Principe,
sperando di non lesinare pomposità e sfarzo


Di quell’invitta Laguna del figlio
canto novella gloria
che ‘l trasse dalle brume del Naviglio
per la perizia nell’arte oratoria.
Qual fu Ermes dalla mente sottile
qual fu nunzia la tromba barocca
così gli sia padrona, mai servile,
del suo pensier la bocca!

Sia dunque nell’Urbe tale scompiglio
che resti la memoria:
Ai posteri l’epigrafe, un cartiglio
che conti i fatti ascosi della storia:

Sian lodi al serenissimo civile
fiero centauro d’italica scocca!
E mai possa esservi sorte ostile
alla Canuta Ciocca!

Venga ‘l trionfo, di qui, all’apogeo:
ai prosperi Ambienti
ti spingan le Correnti
epigon di Mena e dell’Enosigeo.

martedì 29 novembre 2011

Lamentela

Oggi ce l'ho con quelli che scrivono delle righe in rima e le chiamano sonetto anche se non è un sonetto.

Un sonetto è un sonetto! E che cazzo. Pardon my french, anzi, pardon my langue d'oil.


Un rimator dai modi sopraffini
nato sui monti Iblei schiarì la gola:
quel metro che è cosa di lui sola
avrebbe scosso ‘l cor dei serafini.

Fu il siculo Iacopo da Lentini
ch’è noto per esser di quella scuola
che fece diventare la parola
più dolce del sospir dei cardellini.

Posto che l’ebbe inventato perfetto
si premurò di dargli ben precise
e regole di rima, e di cadenza!


Non è che così possa farsi senza
o mettere dei versi in altre guise
e chiamar quel che viene “un sonetto”!

sabato 26 novembre 2011

La divina

Come annunciato cinque giorni fa, eccola qui:
Scarica il pdf
(circa 160 kb, 14 pagine)

La divina, ovvero: libera evoluzione dei fatti attorno al pomo della discordia.

martedì 22 novembre 2011

L'Apocalisse secondo Emanuele Severino

Dall'Apocalisse secondo Severino:

"E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un Essere forte che proclamava a gran voce: "Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli? Va' che è mica un libro di matematica: potete fidarvi!". Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, né nella terra isolata, era in grado di aprire il libro e di leggerlo. Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. Uno dei vegliardi mi disse: "Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Parmenide, il Germoglio di Hegel, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli".

Venne dunque il Filosofo, colui che toglie i peccati del mondo dimostrando che si tratta di doxa.

Quando il Filosofo sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro elementi che gridava come con voce di tuono: "Vieni". Ed ecco mi apparve un A, che non era ancora B, e colui che lo enunciava aveva un arco Hopi, gli fu data una aporia del linguaggio e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.

Quando il Filosofo aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: "Vieni". Allora uscì un altro B, che non era ancora C, rosso fuoco. A colui che lo enunciava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande vuvuzela.

Quando il Filosofo aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: "Vieni". Ed ecco, mi apparve un 1 che si nullifica nella somma e colui che lo computava aveva una bilancia in mano. E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi: "Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati, quanto è vero che A = A".

Quando il Filosofo aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: "Vieni". Ed ecco, mi apparve un Essere verdastro. Colui che lo rappresentava si chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno. Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra: ma i miei cari mi attendevano nella Luce, ed erano come Dèi, per cui io dissi: prrr!

Quando il Filosofo aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della Fenomenologia dello Sprito e della testimonianza che le avevano resa. E gridarono a gran voce:
"Il razionale è reale! Il reale è razionale!"

Quando il Filosofo aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al formaggio, le stelle del cielo si abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla bufera, lascia cadere i fichi immaturi, per la gioia di Gesù. Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. De Mattei disse che ce l'eravamo meritato.

Quando il Filosofo aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz'ora. Bergman si grattò la testa perplesso. L'epamfoterìzein tra l'essere e il non essere si fermò per un istante. Ma l'istante era solo apparenza.
Fu allora che compresi. Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: fùstigati da solo. E così feci, ma senza farmi male a causa del paradosso di Zenone.

Colui che attesta queste cose dice: "Sì, verrò presto!". Ma io sto aspettando al citofono da due ore, piove e Feyerabend non mi ha detto che passi danzare per far sì che la pioggia smetta.
E tutto questo Alice non lo sa.

Amen."

(ET, 30 maggio 2011. Mi ero perfino dimenticata di averlo scritto, il che suggerisce implicazioni filosofiche interessanti)

lunedì 21 novembre 2011

La divina

Alle undici di mattina la casa era ancora un disastro. I piatti da lavare, disordine in salotto. Solo il letto era stato accuratamente rifatto. Lui non c’era. Non aveva dormito lì, quella notte. Ma di questo lei non si preoccupava più. Una volta le avevano detto che lei incarnava la sacralità del matrimonio: adesso ne rideva, dopo tanti anni. Rideva anche della sua passata gelosia, delle sue vendette feroci nei confronti delle amanti di suo marito. Che altro avrebbe potuto fare, arrivata alla sua età? Rideva e il suo riso ricordava il gorgogliare di un pozzo. Avrebbe dovuto cominciare una buona volta a fare le pulizie, ma non aveva voglia. Si sentiva le gambe pesanti, stava invecchiando, inesorabilmente. Le bianche braccia per cui da giovane andava famosa erano due grosse salsicce dai muscoli bastonati e le ossa gonfie di reumi si perdevano sotto falde di pelle molle, piena di efelidi e cheratosi. Gli splendidi capelli erano una massa grigia come una sterpaglia metallica. Il campanello suonò e lei si alzò.

a breve l'intero racconto, al solito scaricabile in pdf!

giovedì 27 ottobre 2011

Le incursioni nel Cortile dei Gentili (quello vero)

Ravasi ha aperto un blog sulla sua esperienza nel Cortile dei Gentili, quello vero, non quello divertente e spietato di cui si può leggere qui
(file pdf)

È uno sterile esercizio di narcisismo, totalmente autoreferenziale, tant'è che ho potuto aggirare la censura della moderazione dei commenti sbrodolandomi a mia volta in una serie di doppi sensi che solo l'accecamento della vanità avrebbe potuto non vedere.

Si vedano gli interventi qui, qui e poi soprattutto qui.

Oggi il papa ad Assisi ha fatto il guastafeste, dicendo che i miscredenti sono intrinsecamente brutti e cattivi, mentre i crociati, gli inquisitori, gli jihadisti e via delirando sono compagni che sbagliano (riassumo). Ravasi ci dev'essere rimasto malissimo. Come lo dirà ai suoi compiacenti sodali?
Glielo domando anche io:

Sono rimasta molto colpita da quanto ha detto in questa occasione sua Santità Benedetto XVI. La condanna della miscredenza come causa di ogni abbrutimento che l'umanità ha dovuto subire è un colpo di maglio alle ragioni di quanti, tra i miscredenti, ritenevano questo cortile dei gentili un'occasione di confronto alla pari. È bene che capiscano, invece, che è compito e desiderio della gerarchia considerarli subordinati, mutili, al massimo sponde compiacenti che si prestano a giocare questo ruolo per ingenuità o vanità. Mi chiedo come continuerà il lavoro del suo cortile, monsignore. Potrebbe prevedere un percorso riabilitativo con tanto di abiura finale, obbligatorio ma in realtà volontario perché indice di rispetto! Non sarebbe un meraviglioso atto d'amore nei loro confronti?

martedì 27 settembre 2011

Le mistificazioni di "Avvenire" sui neutrini

Su "Avvenire" del 24 settembre è comparso questo articolo.
Leggi e inorridisci

Ho appena scritto una lettera al direttore. Eccola:



Gentile Direttore,

scrivo in riferimento all'articolo del 24 settembre u.s. "Un colpo alla relatività ma soprattutto allo scientismo" di Leonardo Servadio.
Tale articolo gronda inesattezze. Ne cito solo alcune:

1. "I neutrini possono superare la velocità della luce. La scoperta, compiuta da un gruppo di ricercatori del Cern, mette in crisi la teoria della relatività di Einstein, fondata proprio sul presupposto che "C" sia una costante e un tetto insuperabile, una specie di coperchio che grava su tutto quanto avviene in questo nostro universo."

Premesso che la velocità della luce si indica con la lettera "c" minuscola e non maiuscola, va detto che la "scoperta" tale non si può ancora definire: gli stessi che hanno condotto l'esperimento hanno dichiarato che questo va ripetuto in maniera indipendente al fine di evidenziare la presenza o meno di errori sistematici sfuggiti al loro controllo.
La ripetibilità dell'esperimento è un cardine della ricerca scientifica: perché non lo avete detto, nel vostro articolo?

2. "il neutrino è il corpo più piccolo di cui si parli, al punto che per esso noi e la nostra Terra siamo trasparenti quanto un cristallo lo è per la luce, e al punto che si dubita se abbia veramente una massa."

Premesso che un cristallo non è trasparente per la luce, ma prendendo comunque per buona l'analogia, non è vero che si dubita che il neutrino abbia massa: il fatto che ce l'abbia è acclarato dagli esperimenti che hanno verificato il fatto che il neutrino oscilla. Il punto, casomai, è che per tale massa non vi sono ancora dati precisi ma soltanto dei limiti superiori ed inferiori. A proposito, lo stesso esperimento condotto nei Laboratori del Gran Sasso era volto a misurare l'oscillazione del neutrino (tra mu e tau, nello specifico). Perché non lo avete detto, nel vostro articolo?

3. "La scienza dei nostri giorni ha la "S" maiuscola e ci regala certezze assolute, sulle quali si sono incardinati interi sistemi di vita. Il marxismo era la "scienza" ultima dell’organizzazione sociale, e ha dato quel che s’è visto in tante parti del mondo, in tanti decenni di lacrime. "

La scienza dei giorni nostri non ci regala affatto certezze assolute, ma solo ragionevolmente fondate; il marxismo non è una scienza nel senso stretto del termine; le leggi della scienza sono descrittive e non prescrittive, quindi riguardo all'etica e agli stili di vita non vi si incardina giocoforza alcunché, sarebbe come incardinare uno stile di vita alla legge di gravitazione universale; si nota infine la fallacia logica dell'ascrivere alla scienza intera le nefandezze derivate dall'applicazione della dottrina (questo è un termine che a voi dovrebbe suonare più familiare) marxista.
Perché nel vostro articolo fate ricorso a simili fallacie?

4. "La teoria di Einstein è, appunto, una "teoria": ovvero un insieme organizzato fondato su ipotesi. "

Questa è una corbelleria che travisa completamente la definizione di "teoria scientifica": per teoria scientifica si intende un modello predittivo e consistente suffragato da verifiche sperimentali, riproducibile e come tale falsificabile. Il travisamento del vostro articolista è ascrivibile a malafede o a semplice ignoranza?

La conclusione dell'articolo si poggia su tali becere mistificazioni e quindi va presa per quello che è.

Sono indignata, offesa e raccapricciata da un simile esempio di disinformazione.

Saluti,
Elena Tosato

sabato 24 settembre 2011

Grande Opera



Un tunnel di 730 km per farci passare i neutrini.

Dai, che il prossimo passo sarà il ponte di Einstein-Rosen sullo stretto di Messina.

venerdì 23 settembre 2011

Dell'eterno titillare - Apologia di Clitoride di Atene (2)

Ecco il pdf 

Questo l'indice: 
1. Di come tutto è cominciato da un palinsesto 
2. Della vita di questo filosofo, e delle fonti da cui avremmo potuto sapere di lui 
3. Della Natura, delle idee e di una parola ambivalente usata da Clitoride 
4. Del monismo, delle donne e dell’influenza di Clitoride sui suoi contemporanei 
5. Del fatto che Platone non scrisse alcun dialogo su Clitoride e di come invece ci pensò il monaco Gaudino da Copula 
6. Ancora sulla Natura secondo Clitoride. Elementi di clitoridismo dal Medioevo all’epoca moderna: nella filosofia, nell’arte, nella filologia, nella scienza, nella letteratura e nella cultura popolare. 
7. A basso rischio catastematico: il vino, il piacere, alcune disposizioni fisiche. 
8. Dell’estasi di Bernardina de Florata, o del clitoridismo inconsapevole 
9. Del clitoridismo consapevole, o della lettura idealista: dialettica clitoridea sul reale e sul razionale. 
10. L’Etica di Clitoride: il concetto di “vellicabile”. 
11. Di un finto enigma e della sua fortuna, e sfortuna, nel marasma teologico che precedette il Concilio di Nicea. 
12. Di come siamo tornati a questo palinsesto. 
13. Del clitoridismo razionale e dei suoi scolii. 
14. Della fine di questo viaggio. 
15. Dello statuto ontologico di Clitoride di Atene. 
16. Postfazione

lunedì 27 giugno 2011

Il meteorite

L'asteroide 2011md impatta con la Terra, distruggendo completamente Città del Vaticano. In queste ore concitate ecco le prime reazioni dal mondo della politica, della cultura e della scienza (una volta appurato che non è stato Pisapia).

Si tratta oggettivamente di una punizione divina nei confronti di quanti, in Vaticano, avevano sollevato perplessità sulla mia interpretazione dello tsunami che ha colpito il Giappone. Dio vede. E provvede.
(Enrico De Mattei, vicepresidente del CNR)

Meteorite? Noi di Voyager pensiamo di no. Si è trattato dell'anticipo della profezia Maya secondo la quale Isaac Newton e l'uomo falena avrebbero calcolato separatamente un evento di tale portata, basandosi su quanto dicevano i Templari guardando le scie chimiche. I cerchi nel grano di Frascati lo avevano del resto segnalato da tempo: la massoneria aliena è ancora potente dentro alla grande piramide di Giza.
(Roberto Giacobbo)

Chiediamo al governo, in nome delle radici cristiane dell'Italia, e vista l'emergenza della ricostruzione, un aumento della quota di gettito fiscale spettante alla Chiesa Cattolica, che dovrebbe pertanto passare dall'otto per mille al settanta per cento, in biglietti non segnati e di piccolo taglio.
(Card. Angelo Bagnasco, segretario della CEI, dal suo bunker privato)

- Qua bisogna partire in quarta per la ricostruzione, oh, non è che c'è un meteorite al giorno!
- Io ridevo stamattina dentro al letto...
(due imprenditori edili, intercettati)

...non esiste... Dio non esis...
(Joseph Alois Ratzinger, mezzo sepolto dalle macerie, prima di esalare l'ultimo respiro)

Qualcosa mi dice che dovrò tornare a occuparmi di logica.
(Piergiorgio Odifreddi, osservando le rovine fumanti)

È un segno che i crociati e i loro alleati non possono ignorare. Sia fatta la volontà di Allah.
(Ayman al-Zawahiri, nuovo capo di Al Qaeda)

Ehi! io avevo chiesto Gerusalemme, non Roma.
(Mahmud Ahmadinejad, presidente dell'Iran, dopo aver letto le dichiarazioni di al-Zawahiri)

Il meteorite? sì, lo conosco.
(Luigi Bisignani)

mercoledì 9 febbraio 2011

Una finestra sul Cortile (dei Gentili)

Scarica il pdf di "Una finestra sul cortile (dei genitli)"

Nel gennaio del 2010 il Papa Benedetto XVI ha parlato per la prima volta del Cortile dei Gentili. L’espressione, stando a quanto dice la Bibbia, dovrebbe designare lo spazio del tempio accessibile a tutti i popoli, e non solo gli Israeliti, che vi si recano per pregare il Dio ebraico, come ci dice Mons. Crepaldi, arcivescovo di Trieste, che aggiunge: “Il papa chiede che anche oggi si creino dei Cortili dei Gentili per permettere a costoro di avvicinare Dio almeno come Sconosciuto”.

Subito dopo aver lanciato questa proposta di istituire uno spazio di dialogo con i non credenti, dal Vaticano si sono premurati di mettere dei paletti: lo spazio di dialogo non sarebbe stato un luogo neutro rispetto alla religione, ma un ambito in cui si accetta la proposta del Dio cristiano e il percorso dalla fede alla ragione. Inoltre, i non credenti non dovrebbero essere “folkloristici” come potrebbero esserlo, ci ricorda don Ravasi, i membri dell’UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), ma sarebbe invece opportuno che fossero rispettosi dell’interlocutore e consapevoli del fatto che il dialogo presume da parte loro una adorazione del Dio cristiano anche come “Sconosciuto”.

Il Cortile dei Gentili, ci informa Ravasi, apre ufficialmente sabato 12 febbraio.

Grazie a fonti attendibili la cui provenienza debbo mantenere riservata mi è oggi possibile rivelare che il Cortile dei Gentili è già stato aperto da tempo ed è già stato frequentato. Trapelano le prime notizie. In attesa che diventino scritture canoniche, ve le propongo in anteprima.

Potete scaricare l'intero documento al link di mediafire qui sotto - oppure aspettare che la ciurma di copisti del mio scriptorium levighi con la pomice le pergamene e trascriva su Facebook i contenuti, a poco a poco.

Nell'attesa, DIFFONDETE IL VERBO :-)

-Elena


Qui il gruppo su Facebook
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venerdì 21 gennaio 2011

Esercizio di teologia

Teorema: Dio non è onnipotente.

Dimostrazione:
si introduca il seguente set di assiomi.

A1 (linguistico)
L’aferesi non modifica la relazione d’ordine tra due parole, posto che il lemma risultante dall’aferesi abbia senso compiuto.

Definizione: dato il lemma P, sia *P il lemma P cui viene fatta l’aferesi.

A2 (storico)
Il comunismo è morto.

[nota: questo assioma, detto da Euclide "delle convergenze parallele", è stato oggetto di studio da parte di molti matematici che hanno cercato di dimostrarlo; si veda tutto il capitolo sulle economie non euclidee]

A3 (politico)
Solo i comunisti sostengono che Berlusconi menta.

Da A2 e A3 si dimostra (per assurdo) il seguente teorema T:
Berlusconi non mente

Corollario C: la proposizione “l’amore vince sempre sull’odio” è vera.

Sia ora Amore = P e Odio = Q; inoltre, definiamo l’azione del verbo “vincere” tramite la relazione d’ordine “>”.
Ne segue che C può essere scritto come C’: P > Q.

Ma, per l’assioma A1, la relazione d’ordine non viene alterata dall’aferesi: quindi, per A1, anche la proposizione *P > *Q è vera.

Ne segue che More vince su Dio.

Quindi esistono almeno quattro rappresentativi in grado di vincere su Dio:
-le donne dai capelli scuri
-i sugosi frutti del genere Rubus (more di rovo) o Morus (more di gelso)
-i ritardi di uno o più debitori nell’eseguire una data obbligazione
-il Thomas autore di Utopia

Ne segue che Dio non è onnipotente.

QED

mercoledì 12 gennaio 2011

Radici

Sfarfallan le sottane | dei chierici impudìci
che scagliano gli strali | sul popolo acquiescente:
“Piangendo per i mali | che affliggono la gente
rivendichiam cristiane | tutte le sue radici!”

Allora s’alza un tizio, | un umile plebeo
e dritto ai cortigiani | che attorno gli fan cerchio
li spregia: “vandeani! | Con scandalo soverchio
mi leverò lo sfizio | di far come Linneo

e spiegherò pertanto | qual sia la divisione
delle radici tutte | che ebbe il Continente
sian belle oppure brutte | sian tutto oppure niente.
Ma voi vedrete quanto | sia grande l’estensione!

Son nomi poco strani; | si prenda la ramosa:
radice è tale, questa, | che a un albero somiglia
ma sottoterra resta. | È come la famiglia
dei greci e dei romani, | di quell’era famosa

che fu madre feconda, | filosofa e scienziata,
di ponti ed acquedotti, | astronomi, algebristi.
La scienza di quei dotti | che pur furon deisti,
il clero disse: “immonda!” | e l’ha dimenticata.

V’è poi quella radice | che penzola nell’aria
e per questa ragione | “aerea” vien chiamata.
È la superstizione | dal nulla alimentata:
di lei, ahinoi, si dice | che duri millenaria.

Da un’altra, non piccina, | peschiamo a piene mani.
Con molta convenienza | è detta l’avventizia:
dà grande conoscenza | (assai ci fu propizia)
carpita dalla Cina | dagli Arabi e gl’Indiani.

Per i nostri costumi | abbiamo, a dire il vero
ben più d’una radice | che va considerata.
Che storie già ci dice | quella fascicolata?
Evoluzione, Lumi | e Libero pensiero!

Per quel che rappresenta | la vostra religione
dobbiam considerarne | il ruolo nella storia:
il Verbo si fa carne | e a Dio poi rende gloria?
Sia dunque ben contenta | di fare da fittone.

Completo la tabella, | arrivo fino in fondo.
Ma non temete gente | che per vostra fortuna
mi resta, interamente, | da dirne ancora una
pur s’è soltanto quella | che fa girare il mondo.

Da questa siamo nati | ed alle sue pendici
torniamo all’occasione: | o qual simbolo fausto!”
conclude l’orazione | alfine il tizio esausto
e tacciono scornati | i chierici infelici:

“Non ve n’è poi d’esubero | ma quanto è agognata!
D’Europa la radice | e degli umani tutti
è quella che si dice | che dia i migliori frutti:
il sempre ambìto tubero | che chiamano patata.”

(17 dicembre 2010, anche quest'anno partecipo al premio Darwin per la poesia scientifica)