giovedì 23 febbraio 2012

Teologia scientifica

Patafisici all'ascolto, acusmatici e matematici, visitatori di passaggio, insomma, lettori.
Questa è un'inserzione di lavoro.

Monsignor Ravasi per il suo Cortile cerca dei miscredenti disposti a riconoscere alla teologia lo status di scienza.
Ecco, io m'immagino un Ravasi che introduce un aneddoto che parla di tutt’altro per fare sfoggio di erudizione e poi si approccia alla teologia scientifica: “Mi va di raccontarvi che durante l’assedio della città di Ninive un soldato Caldeo si allontanò una notte per osservare le stelle in pace e meditando sul transfinito vi trovò tracce dell’eterna domanda che scuote il cuore dell’uomo e che secoli e secoli dopo si sarebbe riversata in un sogno narrato da Cesario di Heisterbach come si evince da una glossa ai commentari di San Crapazio di Scarbendola ritrovati a Saragozza insieme ad altri manoscritti, secondo la testimonianza dello Pseudo-Jan Potoki. Ora possiamo affermare che, secondo la scienza teologica, Gesù Cristo è vero dio e vero uomo nel limite di più o meno tre sigma”



(A proposito, la teoria dell’errore viene dal Maligno?)

mercoledì 22 febbraio 2012

Permutazioni

"La guerra è madre di tutte le cose" disse Eraclito.
"La cosa è madre di tutte le guerre" ribatte oggi Severino.

Alfonsetti, esegeta preterintenzonale di Severino, chiosa: "Per non parlare del fatto che la madre è cosa di tutte le guerre"
Sarchiapicchi, interprete speculare di Alfonsetti, arguisce: "Ma no. La guerra è cosa di tutte le madri!"
Indignato, ecco Lavardello, contrapologeta freudiano di Sarchiapicchi, che replica: "La madre è guerra di tutte le cose!"
De Frantis, combinatorio clausewitziano e discepolo eretico di Lavardello, conclude: "La cosa è guerra di tutte le madri"

(ET 27.3.2011-22.2.2012)

martedì 21 febbraio 2012

Ode al cavolo cappuccio

Vista l'ora, sto spignattando. Questa è dedicata ai poeti che si prendono (troppo) sul serio.


O tu Brassica Oleracea dal nome ascoso
dall'ampie foglie serrate come un muscolo
io t'ho reciso e frammentato con una cruda lama
e sminuzzato in tegame col sangue d'oliva
e scaglie rarefatte di sale marino.
Cuociti, soffocando lento su quella fiamma che fu di Prometeo
e che ora dispensa un monopolista di idrocarburi;
e renditi morbido e amabile al gusto.
Sai che in queste mura
io sola t'amo, Lui ti rifugge preferendoti altra verdura
quieta la bieta, iconico lo spinacio
al più di malavoglia l'affine verza.
Cuociti, e io che ti cossi potrò dire
"tu buono, tu salubre, tu placido
cavolo cappuccio
che hai sconfitto la suzione della ventola
appestandomi l'intera cucina!
sii almeno favente d'amene digestioni
e inondami le membra di fibre e vitamine"
Sol ti manca, a cottura finita
un'inclinazione alle spezie.
E allora venga il pepe a farti gloria.
Ah! ma che vedo?
Mendace fu il Tempo, ancora una volta!
E lì nel tegame, tra muri d'acciaio,
colto da improvvida idropisia vegetale
stracotto è il tapino!
Mal si conviene che sia così molle,
ma purtuttavia al palato non nuoce.
Che fare? O, Tempo tiranno, o Acqua d'eccessivo bollore!
Vinto tu sei, Cavolo, dall'indomito vapore,
quasi metafora dell'Era moderna che s'aprì con le locomotive
e con i telai meccanizzati,
e che deflagrò col vapore atomico!

S'adempia il Fato, ma quando è fame è fame,
e poiché come ebbe a dire in cucina
Aristotele dinnanzi a simili misfatti
se l'accidente muta non così fa la sostanza,
bruciato non sei e ti mangerò lo stesso.

lunedì 20 febbraio 2012

128 battute per cambiare

#127. Per cambiare l’ Italia bisogna riappropriarsi del senso delle parole.

(da 128battute per cambiare l'Italia per laFeltrinelli.it, terza edizione, ebook scaricabile gratis)

Adesso tra le mie abilità nel curriculum posso aggiungere "conio slogan di successo".
Enjoy!

mercoledì 15 febbraio 2012

L'invenzione del suturismo

Buonasera a tutti!
Ho messo a disposizione un nuovo racconto, dedicato a tutti quelli che almeno una volta si sono trovati a visitare una mostra d'arte e si sono chiesti "perché io? perché a me?"

S'intitola "io sono l'avanguardia" e il file pdf si scarica cliccando qui

(12 pagine, circa 150 kb)

giovedì 2 febbraio 2012

La lavatrice (microstoria)

Una quindicina di anni fa sono stata inseguita dalla lavatrice di casa, che una volta in centrifuga si è messa a saltellare sui suoi tozzi piedini venendomi incontro minacciosamente. Io ero inerme seduta sul Sacro Sedile, ella mi stava dirimpetto, guatandomi col suo occhio polifemico iniettato di schiuma. E mi assaliva.
Sono fuggita come i francesi alla Beresina riuscendo a stento a salvare il decoro fisico (non quello morale, mia madre mi ha preso in giro per settimane).

Adesso per fortuna la lavatrice ce l'abbiamo in terrazza e non in bagno.