mercoledì 9 maggio 2012

Sbronze



Premessa: reggo poco l'alcol. Ma davvero poco. Mio marito è uno di quelli che potrebbero vantarsi di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Per questo motivo non bevo quasi mai. Comunque, una decina di anni fa mi trovavo in una bettola artistica dove si mangiavano piatti d'essai in compagnia di mia madre. Alla fine della cena vedo sulla carta degli spiriti che c'è anche l'assenzio. "Uuuuh, l'assenzio, che bello, la vita bohémienne, i poeti maledetti, mamma, mamma, voglio l'assenzio". Mia madre, che per qualche insondabile motivo (deve aver a che fare con il cordone ombelicale) mi dà retta anche quando non dovrebbe, ordina assenzio per due. Appoggio le labbra al bicchiere, prima goccia; dire sorso sarebbe eccessivo. Rido: come una gallina, co-co-co, una figuraccia, sembravo impazzita, mi guardavano tutti. 

Altra goccia di assenzio, stavolta arriva addirittura alla lingua: e lì si scatena il mio animo poetico e maledetto, mi fluiscono parole e versi molto compresi nella parte di dover essere una via di mezzo tra Rimbaud, Bukowski e altri fegati letterari celebri. Terza goccia, al palato. Arriva, fatale, la sbronza. "Mamma sto male, aiuto, non respiro, mi sento mancare". E mia madre: "Ma se non hai bevuto niente? È ancora tutto lì!" "Che c'entra, è il concetto. Portami a casa, sto male, sto veramente male". 
In effetti, stavo veramente male. Mamma si scola anche il mio bicchiere (be', era triste lasciarlo lì) e mi accompagna a casa, facendomi strada nella fresca notte estiva, lei cammina davanti, io ondeggio dietro, pronta a morire di epatite fulminante o cirrosi istantanea o coma etilico - soffro di leggera ipocondria, anzi, soffro di ipocondria grave. 

Arrivo a casa, mi siedo sul letto. Nel giro di cinque minuti sono di nuovo fresca e pimpante, le tre gocce di assenzio sono evaporate e mi metto a mangiare biscotti al burro raccontando con dovizia di particolari tutto lo spleen, le visioni, l'ebbrezza, la sbronza completa, con l'enfasi navigata e logorroica dei sopravvissuti a un pericolo mortale. 

Mia madre sospira.


© ET 9 maggio 2012

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