venerdì 26 luglio 2013

Il sonno della pianta del cappero


Non è una roba frufrù da leggere sotto l'ombrellone, però insomma, ha del brio, ha delle parti che invece no, niente brio, contiene una dose tutto sommato sopportabile di ruffianeria, il colpevole non è il maggiordomo e ci sono addirittura delle cifre stilistiche rivoluzionarie come l'uso del punto e virgola.

Il titolo è Il sonno della pianta del cappero e il perché è scritto nella postfazione (che è quella paginetta in fondo che si può leggere anche all'inizio).

Questa è, in breve, la trama:
Il Poeta, colto e malinconico letterato sulla soglia di una crisi di mezza età, scompare all'improvviso dalla circolazione. Tocca a Giovanni, suo vecchio amico che non lo vede da anni, e a Mimì, che del Poeta è stata un tempo amante e musa, mettersi sulle sue tracce per consegnargli un'eredità irrilevante, lascito di un conoscente morto anzitempo. Giovanni e Mimì si muovono in giro per l'Italia attraverso una selva di personaggi improbabili, in quella che è allo stesso tempo la ricerca di un poeta scomparso, la scoperta del suo amore per la letteratura e la cavalcata attraverso ricordi e progetti abbandonati. Su tutto aleggia il motivo della grande crisi del Poeta: scrivere almeno una volta in vita sua una vera e propria commedia brillante nonostante tutti, o quasi, siano profondamente convinti che non ne sarà mai in grado.



Scritto nel 2012-2013, rilasciato sotto licenza creative commons 3.0 attribuzione - non opere derivate - non commerciale, che vuol dire che lo potete leggere gratis ma senza manipolarlo per farci altre cose (...) o rivenderlo, e che lo potete diffondere su ogni mezzo vi venga in mente, a patto che specifichiate la fonte, ossia che l'ho scritto io e che il mio blog è questo. 

365 pagine e prezzo politico euro zero, che c'è crisi. 

Si scarica il pdf cliccando qui e seguendo le indicazioni che vi fornisce il signor Mediafire.

martedì 23 luglio 2013

Loffa continua

(post polemico)

Ho fatto un sogno bellissimo in cui essere di sinistra voleva dire smetterla di incarnarsi in una serie di bimbiminkia che sembrano usciti fuori tempo massimo dalla facoltà di Sociologia di Trento, gente astuta che si fa spiegare gli OGM da Jacopo Fo (nulla contro Jacopo Fo, ma io riterrei più affidabile il parere di un biologo), che si identifica con i cuccioli teneroni, il cui essere contro il sistema si traduce nell'agghindarsi a brutta copia di Andrea Scanzi e urlare due slogan in rima baciata e metro incerto, e soprattutto che, manifestando una fumosa predilezione per la cultura umanistica con un'insofferenza quasi crociana per il metodo scientifico, ha degradato l'umanesimo stesso a una buffonata premasticata, la cultura classica a bigiotteria intellettuale, roba che il povero Leopardi si butterebbe giù dalla vetta della torre antica per la disperazione.
In questi casi esce il Joseph De Maistre che vive, sopito, in me; sbraito contro la plebe e poi mi viene l'acidità di stomaco.

Ora mi domando: prima che qualcuno mi dica che l'alternativa è Renzi, meritandosi con ciò tutte le mie invettive rimaste che gli scaglierò contro come Enrico Toti la famosa stampella, posso almeno mettere il Maalox in conto a questi inutili, chioccianti, queruli figuri?