sabato 25 gennaio 2014

Di logica, tassonomia e altre sciocchezze

Mi è capitato di recente di assistere a una discussione che si è sviluppata secondo questo schema, anche se non parlava esattamente di mammiferi e coccodrilli.

Tizio: Tutti i quadrupedi sono mammiferi.
Caio: È falso.
Tizio (leggermente piccato): Ah! Vorresti forse dire che nessun quadrupede è un mammifero? E il cane, allora? Il gatto? Non sono forse mammiferi? Non hanno quattro zampe?
Caio: Ma no, vedi, negare che tutti i quadrupedi siano mammiferi non vuol dire che nessun quadrupede sia un mammifero...
Tizio (interrompendo): ...e la pecora? il topo? eh? eh? vuoi che ti faccia altri esempi? il rinoceronte, il lupo...
Caio: No, dicevo che negare che tutti i quadrupedi siano mammiferi vuol dire che ci sono dei quadrupedi che non sono mammiferi. Per esempio il coccodrillo, ecco, che è un rettile e ha quattro zampe.
Tizio: Ah, ancora peggio! Quindi vuoi dire che nessun mammifero è quadrupede! o che tutti i quadrupedi non sono mammiferi!
Caio: No, veramente intendevo solo che negare l'asserto che tutti i quadrupedi siano mammiferi vuol dire che...
Tizio (offeso): E il cervo? L'orso? Il maiale? Eh?
Caio: No ecco, vedi, secondo la logica, negare la tua affermazione equivale a dire che esistono...
Tizio: "Secondo la logica"? E che, secondo te non ragiono, io? Ma lo vedi quanto sei arrogante? È così che comunichi la tua scienza?
Caio: Dicevo, per esempio il coccodrillo ha quattro zampe e...
Tizio: Ah e secondo te il fatto che esista il coccodrillo e che abbia quattro zampe toglie di mezzo il fatto che il cane, il gatto, il topo, il maiale, la pecora, l'orso e le vacche abbiano quattro zampe? Scusa, ma come ragioni? Robe da pazzi...
Caio: Dicevo che, secondo logica, il coccodrillo è un controesempio perché...
Tizio: Ma non c'entra! Devi capire che io non posso interessarmi di tutto, ho le mie conoscenze specialistiche, non so niente di coccodrilli, quindi se mi vieni a parlare per filo e per segno di coccodrilli cosa pretendi che capisca? È colpa tua che non ti spieghi bene.
Caio: Ma io veramente non stavo parlando nel dettaglio dei coccodrilli, era un esempio per...
Tizio: Chi è che ha tirato in ballo i coccodrilli?!
Caio: Io, ma era per dire che...
Tizio: ...Che cosa?
Caio: Niente.
Tizio: Ecco. A proposito, sai una cosa? Tutti i quadrupedi sono mammiferi.

mercoledì 22 gennaio 2014

Nuovi modelli, nuovi saperi

Due significative proposte culturali.

1. Economia e pedagogia: sull'opportunità degli emolumenti alla prole minore (in gergo, "paghetta") in relazione all'età del destinatario.

Suggerisco di cambiare il nome da "paghetta" a "reddito minimo d'infanzia", garantito almeno a tutti i minori in età non lavorativa, non cumulabile con introiti dovuti ad altre mansioni domestiche, scolastiche o sportive, finanziato dal prelievo dei genitori alla cassa comune delle spese familiari, inferiore al compenso minimo sindacale stabilito dalle più recenti concertazioni per lo svolgimento di piccoli lavori domestici commisurati all'età del ricevente, subordinato alla frequenza di corsi sulla teoria neoclassica nella gestione delle tournée di Violetta e sulla teoria marxiana del valore in Peppa Pig. Ovviamente, al fine di educare la prole alla consapevolezza e al concetto di equità e sostenibilità, cardini di un welfare moderno e riformista, se il pargolo si rifiuta per due volte di fila di sistemare i suoi fottuti giocattoli, s'interrompe l'erogazione.


(No, non ho figli, ma una volta ho pensato di propormi come babysitter in casa Fornero)



2. Sinergie possibili per la codicologia quantitativa:

È noto che tra i compiti della disciplina vi sia quello di classificare i codici a partire dall'ampiezza del margine, e questo ci suggerisce che le informazioni sul bordo agevolino una comprensione di quello che accade all'interno, stante il principio olografico applicato ai codici medievali; il fatto che i manoscritti venissero rifilati rappresenta poi un classico approccio ai problemi di rinormalizzazione.
La riscrittura dei palinsesti è segno tangibile dell'aumento dell'entropia del manoscritto stesso, sia per quanto riguarda il supporto che per quanto riguarda il contenuto: eventuali errori del copista, classificabili secondo il principio dell'orologio molecolare, contribuiscono anch'essi all'entropia generale del sistema. Si profila quindi la necessità della nascita di una nuova disciplina accademica, la termodinamica codicologica quantistica, che prevederà agganci interdisciplinari per esempio con la proteomica, sfruttando l'analogia della struttura quaternaria delle proteine con la raccolta dei fascicoli del codice, piegati in bifolio o in quaternione (niente a che vedere, qui, con l'omonimo oggetto algebrico).

giovedì 16 gennaio 2014

To die, to sleep, maybe to dream

Decalogo per la prossima notte insonne.

1. Ripensare a Le menzogne della notte, Gesualdo Bufalino. Comunque vada, domani è un altro giorno di vita.
2. Fare un tè. Berlo.
3. Dolce e chiara è la notte e senza vento: quando gli altri dormivano, Leopardi scriveva. E non parliamo di quello che faceva Shahrazād.
4. Per caso ti sei messa addosso del raso bianco?
5. Renzo Arbore ha demistificato la notte. Ed è roba di quando andavi alle elementari.
6. Ripensare a The city of Dreadful Night, James "B.V." Thomson. Comunque vada, non hai di questi incubi.
7. Il tuo stato di veglia è comunque preferibile a quello di "svegliaaaaaa!!!!1!1!uno!!"
8. Non sei una creatura della notte. Torna a letto. L'insonnia non ti darà niente se non mal di testa e rincoglionimento diurno. Se ti va male, anche Tyler Durden.
9. Tenera è la notte. Suvvia. Con Francis Scott Fitzgerald hai litigato (ti ricordi di quando volevi prendere Gatsby a schiaffoni? Ecco.) Quindi, fare un altro tè. Berlo.
10. Be', la rotazione terrestre è implacabile, benedetto universo, albeggia. Dimenticato tutto, vero? C'è sempre troppa retorica sulle notti insonni.



(A proposito del punto 8, ma avete notato che Patti Smith invecchiando assomiglia sempre più a Joey Ramone?)

mercoledì 15 gennaio 2014

Di quella pira

Otto anni fa casa mia andò a fuoco.

Era una notte d'estate e noi non c'eravamo. La bottega delle carni che esercitava al piano terra venne devastata da un incendio; le fiamme lambirono i solai e il fumo entrò nelle stanze del primo piano, dove abitavo con mio padre, attaccandosi alle pareti e impeciando tutti i libri della biblioteca - all'epoca circa duemila, o giù di lì. Cose che succedono, dal rogo della biblioteca di Alessandria a Fahrenheit 451 di Bradbury, ma che avevo sempre pensato che se non fossero toccate anche a me sarebbe stato meglio.

Insomma, non sono mica Pepe Carvalho.

(Comunque, a scanso di equivoci, i libri si salvarono. Affumicati, ma vivi.)

Vado quindi a parlare di due personaggi che muoiono tra le fiamme della loro biblioteca: il monaco Jorge da Burgos ne Il nome della Rosa di Eco e il sinologo Peter Kien in Auto da fé di Canetti. Due personaggi diversissimi accomunati soltanto dall'arrosto finale, dal difettare di qualche rotella e dal fatto di appartenere a due libri che ho amato molto.

Perché ne parlo oggi? Perché sono qui, seduta nello studio di casa, due pareti su tre piene di libri (alcuni dei vecchi, ripuliti, molti nuovi), e ho il sospetto che se metto il naso là fuori troverò un mondo che considera i libri alla stregua di un prodotto di consumo, un grazioso gadget confezionato dagli editor ad uso di un pubblico omogeneizzato, un veicolo anestetizzato per un viaggio di piacere mercenario, non certo e non più un mezzo per scavare nel mondo a unghiate, ma la musichetta di sottofondo della telefonata di un call center... l'avverarsi dell'incubo delle macchine scrivi-romanzi del Reparto Finzione di orwelliana memoria, tanto per restare nel letterario e nell'ottimismo.
E allora penso che nella loro orribile e volontaria fine ai due custodi di libri Jorge da Burgos e Peter Kien almeno è stata risparmiata la pena di assistere a tutto questo, che è lo strazio di ogni bibliofilo. I libri sono bruciati prima che il loro concetto potesse essere neutralizzato, banalizzato, reso sterile dal vociare dei lettori sporadici.

Per la cronaca, dall'incendio di casa mia riuscii a portar fuori, nell'immediato, alcune cose. Due pentole e quattro piatti, delle posate; e qualche vestito, tra le quali una camicia di seta, perché si può essere sfollati con una certa dignità. E poi I sommersi e i salvati di Primo Levi, che è uno dei libri più istruttivi che abbia mai letto sull'umanità.

Vaglielo a spiegare, adesso, che i buoni libri sono tutti sommersi.

lunedì 13 gennaio 2014

Poesia scientifica del 2014

Riprendo quest'anno (ehi, a proposito! Buon anno) la tradizione delle poesie scientifiche.

Dopo il doppio sonetto e i distici liberi del Discorso sul Metodo scientifico (2009), che si fece valere al premio Darwin, i versi martelliani di Radici, l'anno successivo; e dopo la mutazione leopardiana de Il decadimento alfa del Radio 226, che nel 2012 ha fatto compagnia all'escursione in prosa sulla Matematica postmodernista, per finire nel 2013 con Shakespeare in Math, quest'anno mi imbarco in un progetto di ampio raggio che mi occuperà, credo, per alcuni mesi.

Traggo spunto dalla tavola periodica degli elementi e dedico ad ogni elemento dei versi. Non si tratta di descrivere in rima gli elementi atomici*, quanto piuttosto di prendere una caratteristica di ciascuno e divagarci sopra per parlare dell'umano genere. L'idea ovviamente non è originale; visto l'ingombrante paragone ho scelto per le mie strofe chimiche un'impostazione molto diversa, sia perché viene usata la poesia al posto della prosa, sia perché gli elementi chimici fungono da mero pretesto concettuale, non sono personaggi della narrazione.

Il metro: saranno sonetti, con l'eccezione dei gas nobili, a ciascuno dei quali è riservata una ballata, e di attinidi e lantanidi, per i quali ci sono gli endecasillabi sciolti.

Aggiornamenti arriveranno in corso d'opera.





* esempio di cosa non sarà:

D'un sol protone s'è dato l'indizio
senz'altri che giungano in cor
sì fatto l'ha detto, convinto, Niels Bohr
l'idrogeno e pur il deuterio e 'l trizio.

Questo si dice riguardo l'inizio:
c'è un elettrone, un solo valor
che fa legami - è pure tutor
d'acidi e basi, tu pensa che sfizio!

Se vuoi conoscer la funzione d'onda
non fai fatica, si calcola presto
pur di saper l'armoniche sferiche.

E per non perdere la trebisonda
resta all'idrogeno, che per il resto
è duro leggi trovar generiche!