venerdì 23 dicembre 2016

Semiotica del cibo

SONETTO CAUDATO SULLA SEMIOTICA DEL CIBO
Pietanza ch'è dell'uomo la natura
io qui dirò nel darsi corpo e segno:
il gusto s'accomuna nell'ingegno
per farsi cognizione duratura.
È questa percezion, composta o pura,
a far l'identità sociale e pegno
di dieta dell'interno uman disegno
che mappa fa del sé, del pasto cura.
Fu di Brillat Savarin la ricetta
e poi di Condillac la sensazione
questa simbiosi nascosta e perfetta;
teatro d'esperienza e d'agnizione,
lingua ch'è di verbi e sensi schietta,
appartenenza e coscienza d'unione:
il cibo fa porzione
del dir di sé, del mondo, della vita
per come vien dal senso definita;
parola ch'è condita
in quel ch'è spesso ipertrofico canto,
modello di costumi reso santo.
Comunicar soltanto:
col ventre noi chiediam si possa trarne
un uomo fatto segno, fatto carne.

lunedì 19 dicembre 2016

Avanti, popolo

Avanti, Popolo
componimento politico didascalico in alessandrini


"Che far di questo Popolo / sì bruto e tutto storto?"
Così si domandavano, / e quindi lo riporto,

illustri saggi al tavolo / assisi per la cena:
e tutti quanti imprecano, / vedetevi che scena.

Per primo l'Aristofane / citando i Cavalieri
s'indigna perché stolido / nell'oggi come ieri

s'atteggia bieco e becero / il Popolo sovrano:
"Qui tutti t'infinocchiano / tendendoti la mano!"

Scuotendo il capo cogita / Le Bon con fier cipiglio
e fa, con tono sapido: / "Io, Popolo, ti piglio,

poiché del tuo bell'abito / piacer ciascun si volle:
è sì che lo psicologo / sol può capir le folle."

"La massa, spesso improvvida, / mi par muta di cani;
potere la fagocita / nei simboli più vani"

a lungo ben s'infervora / gridando Elias Canetti.
"E sugli stereotipi / deh, come me la metti?"

è Lippmann che si agita / sbracciandosi sul desco.
"Dell'uomo in sé medesimo / è ciò che a dire riesco"

fa Hobbes con voce critica / e sguardo molto cupo
"gli serve d'esser suddito, / è d'altro uomo il lupo."

"E ben gli venga un Principe / con leggi e con coltelli
che in sua morale domini" / sancisce Machiavelli.

"E non sia democratico!" / Platone si premura
"poi ch'è del buon filosofo / degli uomini la cura!"

Ma Kelsen: "Se giuridico / s'annovera lo stato
infine giunge libero / e ben rappresentato."

"Avanti, avanti, Popolo" / v'è Marx che già lo sprona
"che finché fai politica / la razza ch'è padrona

non più, lo sai, ti limita! /Avanti, le contese!
Ché questo mondo economo / s'è fatto sì borghese."

Il popolo che attonito / sapienti tali ascolta
di sé non sa se fervida / gli tocchi la rivolta

e poi non si capacita / che possa far di più:
si stira e si divincola / e accende la tivù.


(e un giorno torva e livida / di rabbia gli vien sete
e va a sfogar nel vomito / quell’odio nella rete).

domenica 11 dicembre 2016

Sinistre fantastiche e dove trovarle

Ora che Pisapia si è messo in testa di suicidarsi politicamente unendo la sinistra fuori dal PD, compito che fiaccherebbe un patriarca biblico armato di Superattak, ho pensato di stilare una breve quanto ahimè incompleta lista di tutto ciò che potrebbe trovare sul suo percorso.
Ho omesso di menzionare la sinistra del PD, la quale, come è noto, è schrödingerianamente sia dentro che fuori dal PD e ivi rimane finché non la si osserva, e quando la si osserva invece di collassare la sua funzione d'onda collassa il governo.

SINISTRE FANTASTICHE E DOVE TROVARLE
ad uso di Giuliano Pisapia.


A sinistra del Partito Democratico si collocano:
  • Possibile
  • Sinistra Italiana
  • I Professori del No (citofonare Micromega)
  • Partito della Rifondazione Comunista, comprensivo delle correnti interne (Ferreriani, Essere Comunisti, Autoconvocati/e, Collettivo Stella Rossa)
  • Partito Comunista d'Italia
  • Verdi
  • l'Anpi
  • Massimo Cacciari (presentarsi solo dopo aver studiato Nietzsche, Wittgenstein, Heidegger, Lukács e la storia della Repubblica di Venezia)
  • Barbara Spinelli 
  • Partito Socialista Italiano (quello di Nencini)
  • Partito Comunista
  • Nuovo Partito d'Azione
  • Nanni Moretti
  • Italia dei Valori (è di destra, ma viene contato a sinistra del PD per una strana irregolarità della chiralità politica)
  • Luigi de Magistris
  • Ferdinando Imposimato
  • Antonio Ingroia
  • la redazione de "il manifesto" (non sono un soggetto politico ma è gradito il loro placet)
  • Milena Gabanelli (idem)
  • (è altresì richiesto l'imprimatur congiunto di Roberto Saviano e Erri De Luca purché vergato su pergamena biologica, giacché anche la pelle animale non conciata è considerata vita)
  • Gli Ittiocentauri (no, non è vero, questi li ho trovati nel Libro degli esseri immaginari di Borges. Però chissà)
  • Partito Comunista dei Lavoratori
  • Partito di Alternativa Comunista (peraltro tacciato di settarismo dal Partito Comunista dei Lavoratori)
  • Partito Marxista Leninista
  • Partito Comunista Italiano Marxista Leninista
  • Partito Operaio Marxista Leninista
  • Alberto Asor Rosa (se non ha risposto prima, suonando il campanello di Micromega, che lì c'è sempre Flores d'Arcais che monopolizza il citofono)
  • Lotta Comunista (hanno il giornale)
  • Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo
  • Sinistra Critica (Rizzo e Turigliatto, per i profani) non esiste più, ma si è scisso in Solidarietà Internazionalista e Sinistra Anticapitalista
  • Sinistra Classe Rivoluzione
  • la rappresentanza italiana di DiEM25, il movimento transeuropeo di Varoufakis, referente Lorenzo Marsili
  • Partito Comunista Internazionalista (esiste dal 1946. Dategli un premio, se trovate un referente. Va bene anche la casella postale)
  • Sinistra Combinatoria (questo me lo sono appena inventato io.)

martedì 6 dicembre 2016

Canzone per un Presidente del Consiglio

Canzone per un Presidente del Consiglio
(con la collaborazione involontaria di Francesco Guccini)

Lunga e diritta correva la strada
tutto il governo correva
la dolce estate era appena passata
la Merkel ti sorrideva
e Draghi pur sorrideva.

Grande riforma, dicevi festante,
la legge già si varava.
Non lo sapevi che c’era la morte
quel giorno che ti aspettava
quel giorno che si votava.

Non lo sapevi che c’era la morte,
quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte,
dico, D’Alema e Bersani,
venga e ci prenda per mano.

Non lo sapevi, ma cosa hai sentito
quando la folla è impazzita
e la riforma è uscita di lato
e dentro a un fosso è finita
come sperava De Mita.

Non lo sapevi, ma cosa hai pensato
quando quel voto t’ha ucciso,
quando il partito di sotto è crollato,
quando il consenso è fuggito,
pure Civati ha capito.

Dopo il silenzio soltanto ha regnato 
in maggioranze contorte.
Dalla Leopolda cercavi la vita,
pure un governo più forte,
ma con Alfano per corte.

Vorrei sapere a che cosa è servito
viver, votare e soffrire
spendere tutti i tuoi giorni passati
se presto sei dovuto partire
costretto al Colle a salire.

Voglio però ricordarti com’eri,
pensar che ancora ti lodi,
voglio pensare che ancora governi
la vecchia guardia non t’odi

mentre vai giù come Prodi.



giovedì 1 dicembre 2016

Neurosonetto

NEUROSONETTO
Fatuo sistema nervoso centrale
che tremulo t'aggrinzi su te stesso,
bagliori sciabolando di riflesso
su quel che stimi falso e sul reale;
io poi non ti credevo così male,
costretto a sfrigolare nel recesso
delle sinapsi in un torbido amplesso
nel lobo che si dice temporale.
E invece tu saltelli, crudo e zoppo,
la voce mi rimpasti, m'affatichi,
sentori mi commini non voluti,
pensieri colmi di anacoluti,
strappati in congestioni ed emistichi:
ed ora dici poco ed ora troppo.


(da che ho finito Teoria dei canti non sto proprio benissimo, ecco)

mercoledì 30 novembre 2016

La caldaia malata

Che cosa può succedere, non appena arriva il freddo?
Ecco...

LA CALDAIA MALATA
(featuring Aldo Palazzeschi)
O senescente, sbilenca caldaia!
Che dal tuo petto, sì tisico, sboccia
inerte d’altri spasimi la goccia
e cola lagrimando alla grondaia!
Cloffete, cloppete, cloch, a migliaia!
Il vaso d'espansione s’accartoccia,
si gelano le membra nella doccia,
e cavernosa la tosse ch’abbaia
di pari fa con te, vecchia malata.
Il tecnico ti vede, ti rabbuffa
di poco dilungando il tuo tormento;
e poi che t’abbandona già guastata
t’adagi mentre mortalmente sbuffa
l’ultimo fiato del riscaldamento.


mercoledì 23 novembre 2016

Teoria dei canti

Scienziati, poeti, psichiatri!



Teoria dei canti è un poema che parla di un viaggio nelle leggi della fisica e nelle sue domande. È un viaggio che comincia staccandosi dall’uomo e all’uomo, alla fine, inevitabilmente ritorna. Nel mezzo passa attraverso le leggi della natura, dell’immensamente grande e dell’immensamente piccolo, in un mondo che si affolla di personaggi e spaventose e secolari questioni: uno strano mostro bicefalo e fluidodinamico, Galileo che osserva da una torre, antichi ellenisti, filosofi ubriachi, Proust che riflette sul tempo e sulle teorie indipendenti dal background, Leibniz e Newton in perenne dissidio, che cosa sono la causa, lo spazio, la necessità; e poi Borges, un poeta maestro d’astronomia, Hilbert, che cos’è una misura, Cauchy e Gauss, Bohr e Marie Curie, Immanuel Kant, demoni dostoevskiani che ragionano sul caos, Leon Battista Alberti, Robert Johnson e i suoi blues, Boltzmann, un album dei Pink Floyd, Vito Volterra, temporali, sogni, dormite e svenimenti, case trasparenti, bonghi, treni, veicoli spaziali e rinormalizzazioni.

E altro ancora, giusto per unire obiettivi folli e scriteriate passioni, in 32 canti, in endecasillabi, in terza rima.

Insomma, l’opera che ridefinisce il concetto di “fuori mercato”.


Buona lettura.


[edit: l'opera consta ora di tre cantiche e si può ordinare su Amazon. Cartaceo 19€, ebook per Kindle 5.99€]

domenica 16 ottobre 2016

Nematodi a San Guido

Dunque, poesia.
Come più o meno tutti, sono stata introdotta alla poesia durante gli anni della scuola elementare, coi gabbiani balenanti in burrasca di Vincenzo Cardarelli, che me la ricordo ancora a memoria, era una poesia che cominciava così "Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace" e io ero scattata su con la mia vocina petulante e avevo detto "in discarica", e con questo fine di Vincenzo Cardarelli. 
Poi s'è arrivati a Carducci, vuoi che nel cursus studiorum dell'alunno manchi Carducci, e quindi via coi cipressi alti e schietti, che il cipresso è una pianta poetica, più avanti gli mettono sotto anche le urne confortate di pianto che a egregie cose il forte animo accendono, ma quello è Foscolo e quindi non c'entra coi cipressi alti e schietti di cui voglio raccontare.
Insomma, sta di fatto che ci sono questi cipressi in duplice filar che vanno da San Guido a Bolgheri, e il buon Giosuè ci passa sotto, e sapete come sono fatti i cipressi, sono alti (e schietti), gli ballonzola la cima nel vento, nel maestrale che soffia dal mare (e il mare ci urla e biancheggia, ma anche quella è un'altra poesia, andiamo avanti). E i cipressi vedono Giosuè Carducci e gli parlano, e lui dice che gli alberi gli spenzolano addosso e gli sussurrano delle cose, la poesia dice "Bisbigliaron vèr' me co 'l capo chino", e io lì, mi ricordo, andai in crisi, perché che cos'era questo verme col capo chino, me la fecero anche fare la parafrasi, "ver" vuol dire "verso", lo devi troncare per questioni di metro, così fanno i poeti, va bene, ma ormai il danno era fatto, e io ho passato l'infanzia vedendomi Carducci inseguito da un verme col capo chino, una specie di grosso lombrico afflitto che strisciava per la campagna con la testa reclinata in uno spleen incoercibile, che anche quello volendo era poesia, a modo mio, che poi mi viene un ghigno pio come il dì cadente tutte le volte che ci penso.

mercoledì 5 ottobre 2016

Nobel 2016

I sonetti dei premi Nobel scientifici 2016. (Gli altri non li faccio: quello per l'economia non è un vero Nobel, quello per la pace è spesso incomprensibile, e quello per la letteratura tanto non lo danno mai a Philip Roth e ne sono mortalmente offesa.)


MEDICINA

Si premia questa volta la scoperta
che cellulare norma un istituto.
La cellula si mangia il contenuto:
d’autofago mestiere si disserta.

Quale sia il modo in cui ciò si concerta
tra i geni finalmente s’è veduto:
dal lievito che in birra vien bevuto
la spiegazione n’è riuscita certa.

Così la cellula prende se stessa,
ricicla il suo ripieno ed i costumi,
così risponde alle varie infezioni;

nei mali il degradar poi c’interessa,
e ce lo dice Yoshinori Ohsumi,
quando il processo cade in mutazioni.


FISICA

A tre britanni si vuole che sia
il premio consegnato per quest’anno.
Si valuta il lavoro che i tre fanno:
la fisica che va in topologia.

Si scopre di materia la malia,
la matematica spiega (l’osanno!),
di transizioni di fase l’affanno,
e s’applica con la tecnologia.

Di superfluidi pertanto s’è detto,
di quel che c’è nell’intima struttura,
di quanto si conduce nelle bande,

di condensati e del loro concetto:
di come occhieggia l’intera natura
a topologiche grandi domande.


CHIMICA

S’ingegna la natura nel fornire
molecole legate covalenti:
i chimici propongono cimenti
d’una diversa maniera d’unire.

Meccanici legami, non per dire,
sarebbero stimati qual portenti!
E quindi siatene tutti contenti:
che in tre pur ci dovevano riuscire

e questi li si premia per la classe.
L’uno li fece su ioni di rame,
ne vennero catene di spessore;

un altro fa gli anelli su di un asse,
il terzo sperimenta quel legame
e da molecole forma un motore.

mercoledì 21 settembre 2016

Fertility Sonnet

Mi adeguo alla campagna ministeriale
(e poi continuo a prendere la pillola)



Fertility Sonnet

Si nota al ministero: “non si figlia!
Si tromba poco o tardi oppure male!
Invito vi darem, ministeriale,
perché si allarghi la vostra famiglia.”

E lì s’attacca tutto il parapiglia,
avanti di clessidra maniacale,
fertilità che par sacrificale,
sicché l’ormone più non si ripiglia.

Dal ministero non ci si scoraggia:
“Non fatevi le canne con i negri,
ma siate bionde, cattoliche e floride!”

Di là dell’Alpe vien scelta più saggia,
s’atteggiano a goderla un po’ più allegri,
e a scuola parlan pure di clitoride.



21.9.2016

Sonetto dei recettori accoppiati alle g-proteine

Recettori accoppiati alle G-proteine

Messaggi che in parole sono muti
domandano del segnalar esterno:
legar la proteina è buon governo
dei recettor preposti a tal tributi.

D’un sol polipeptide son compiuti
piegato quasi in globo nell’interno
di cellular membrana; li squaderno
in sette transmembrane convoluti,

ché simili son fatti a serpentina.
Con salda trasduzione del segnale
a stimoli la cellula risponde:

attivasi così g-proteina
che forma non mantiene nell’eguale,

ed il messaggio tutto si diffonde.


19.9.2016

mercoledì 14 settembre 2016

Sia lode al sandaletto di Germania

Sia lode al sandaletto di Germania

C’è chi vi spregia, stimandovi sciocche,
d’erotica tenzon ferale morte,
d’alba calzetta compari di sorte,
del piede improponibili le scocche.

Si torcono a burlarvi mille bocche,
gridando disistima, e pure forte,
ma io vi calzo in strada, in vico, in corte,
e dico quanto v’amo, Birchenstocche.

Impavidi calzari di betulla,
coturni sì precipui dei teutoni,
estetica che Hegel rende muto!

La vostra pianta bassa bene culla
i piedi, le caviglie ed i talloni,
e camminar felice vi tributo.

mercoledì 7 settembre 2016

Quartine romane


Urbe di quello che fece er cucchiaio,
capitolino ed immenso carnaio,
tacito al clero fai salvadanaio,
e d’onorevoli reggi un migliaio!

S’attizza l’avvocato col notaio,
il traffico è l’eterno termitaio,
dal minister cronometran l’ovaio,
ovunque ci si giri spunta un guaio.

Or ti sorprende novello vespaio
di quei che s’arroccavano in solaio
per il voler del loro pifferaio
che si credeva al Diciotto Brumaio.

E d’onestà si vollero il vivaio,
siamo dei santi, sì, ma senza il saio!
Qual tonno in scatola l’apre l’acciaio
farem del parlamento un rottamaio!

Promesse che ogni dì fa il marinaio!
Ecco che spunta la mail a Di Maio:
ma lui non la capisce. Presto, un aio!
Soccorra un precettor, che dico, un paio!

Ma che figura da cioccolataio!
Si riempie delle scuse il calamaio,
s’aizza ancor di strepiti il pollaio.
Speriamo non arrivino a gennaio.

lunedì 5 settembre 2016

Vacanze estive 2016

Sonetto sull'Imodium 
(Avignone, 25.08.2016)

Crampi penosi che quasi son doglie,
chi vi lenisce, placando l'affanno?
Carta che rotola, l'acque ed il panno;
chi dalla tazza, si spera, mi toglie?
Mentre s'accascian, mortali, le spoglie,
prone a mirar l'intestin e il suo danno,
ecco il rimedio che i chimici fanno:
suggo compressa che in bocca si scioglie.
O, cloridrato di loperamide,
oppioidi ti si legan recettori,
enterico ti batti a mia ragione!
Sopisci questo spasmo, che m'uccide
al cesso confinando i miei tremori:
cattività novella d'Avignone.


Sonetto ottimista sulla flora intestinale
(Levanto, SP, 29.08.2016)

Matrice di tal morbo non fu nota,
tormento di batterio oppur virale,
che fe' con smottamento intestinale
la pugna dell'umano microbiota.
Ahi ventre, che si squassa e poi s'arrota,
incerto nel guarire dal suo male!
Gli ho dato medicine e quanto vale
d'integrator congerie, ed ei si svuota!
Procella più modesta gli compete,
disbiosi che fu cruda s'ammansisce,
ancor però s'angustiano i batteri
malfermi nella lotta per la quiete;
sperando che, qual vita progredisce,
domani qui si soffra men che ieri.

martedì 5 luglio 2016

Juno, Jupiter

Juno, Jupiter
(sonetto astronomico e mitologico)

Lo spazio soverchiante ignoto e muto
mi gravita gigante tutto intorno.
Fu viaggio pluriennale, disadorno,
che mai nessuno prima avea vissuto.
Mi dissero: di presso avrei veduto
mortali radiazioni e un breve giorno;
avrei dovuto rendere al ritorno
il cosmo dei primordi conosciuto.
Ed ecco, vedo aurore lancinanti,
rossa tempesta che cieca m’indaga,
qual fa l’occhio mostruoso che si muove.
Ombre di Dei sposati ed amanti,
la Terra di laggiù sempre più vaga.
E quindi entrai nell’orbita di Giove.




(La sonda Juno è entrata in orbita di Giove. QUI la NASA ve la racconta tutta.)

lunedì 4 luglio 2016

Zazaismo

post scritto ieri su Facebook in seguito alla disgraziata serie di rigori di Italia-Germania

Tendenze artistiche contemporanee: lo Zazaismo

Lo Zazaismo è una tendenza culturale nata a Bordeaux, nella Francia sede dei campionati europei di calcio del 2016, e sviluppatasi durante lo svolgersi dei tiri finali dagli undici metri della partita tra le nazionali di Germania e Italia impegnate nel loro quarto di finale e ferme, dopo i tempi supplementari, sul risultato di 1:1. 
Il movimento zazaista incarnava la sua politica antirigorista attraverso un rifiuto degli standard classici di tiro tramite rincorse parcellizzate e indefinite che erano contro il calcio stesso. Lo zazaismo ha quindi messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell'epoca, dall'estetica calcistica e sportiva, all'efficacia del penalty; ha inoltre proposto il rifiuto della ragione e della logica, ed ha enfatizzato la stravaganza, la derisione e l'umorismo. Gli artisti zazaisti erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili.

venerdì 17 giugno 2016

Biancaneve in settenari

Biancaneve in settenari 

(fa caldo, sto guardando Italia-Svezia, non ho voglia di fare niente)

S’è punta la regina,
mentre cuciva, un dito:
“che il voto sia esaudito
d’avere una bambina!

Così mostrarsi deve:
nera di chioma, rosse
le labbra e poi che fosse
bianca come la neve!”

Col re s’accorda e tromba,
ma sorte l’è funesta:
a partorir s’appresta,
si sgrava e va alla tomba.

La bimba nasce e frigna;
il re, pria che sia tardi,
(d’accordo Giovanardi)
le offre una matrigna.

La donna prende impegno
di far da moglie al vecchio.
Chiede però allo specchio:
“chi è la più bella in regno?”

“Sei tu, sei tu padrona”
risponde un po’ ruffiano,
ma un giorno non lontano
del tutto si sbottona:

“Dirò che sei un tipo,
più bella è la ragazza.”
La donna assai s’incazza 
e sbatte su uno stipo.

“Qui svelto, cacciatore!
Ammazza la smorfiosa!
Farai gradita cosa
se porti indietro il cuore.”

Il cacciator s’attrista
e vìola un poco il patto:
sacrifica un cerbiatto
(non era animalista).

E Biancaneve scappa
tra sconosciute fronde,
finché poi si nasconde,
si ferma e fa una tappa

in una casa vera
tanto piccina e storta
che ha con fatica scorta
vicino a una miniera.

Qui son sette nanetti
che fregansi le mani:
“Ti tratterem da cani,
ci laverai i calzetti!

Soddisfi tutti quanti,
ma salva sei però:
ehi-ho, ehi-ho, ehi-ho”
e seguitano i canti.

E Biancaneve avvezza
al polo e pure al golf
s’adatta a far la colf
e vuota la monnezza.

Mentre un bel giorno piega
i panni che ha lavato
s’accosta al suo selciato
la vecchia e brutta strega.

(Questa ch'è sulla soglia
è la matrigna invece:
lo specchio pur le fece
mangiare un dì la foglia.)

S’accosta con cautela
ché vuole avvelenarla:
tanto le dice e parla
che l’offre già una mela.

Mangia, la sventurata!
Il sangue dalle vene
le scema e quindi sviene:
per morta vien lasciata.

I nani alla magione
la sera ritornando
la scoprono gridando:
“non ha assicurazione!”

Chi l’ha seccata? È giallo!
Ma pria che il corpo olezzi
le fanno con gli attrezzi
la bara di cristallo.

E qui giace d’estate
qual morta pur da viva 
(la mela è inoffensiva:
fa come Mitridate,

manco le viene il tifo:
ché la matrigna inetta,
per quanto ci si metta,
in chimica fa schifo.)

Che sorte alfin le tocca?
Un principe l’aggancia,
la sfiora sulla guancia
e giù di lingua in bocca.

Così più non riposa,
si sveglia in gran tormenti.
“Almen lavati i denti!”
gli dice. Poi lo sposa.



17.6.2016