lunedì 7 marzo 2016

La posta quantistica

Come saprete, l'algoritmo di gestione delle code negli uffici postali è misterioso e sottilmente beffardo. A seconda del servizio di cui si vuole usufruire si viene smistati in quattro raggruppamenti, che sono a loro volta riconoscibili da una lettera, a cui segue poi un numero progressivo. La lettera A è per chi desidera avvalersi dei servizi finanziari; E per i titolari Banco Posta; C per chi deve pagare bollettini e F24; P per i pacchi e i prodotti postali e per chi ha un amministratore di condominio che non risponde alle chiamate e per fargli fare riparare un danno condominiale sei costretta a scrivergli una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui gli dici che se non si fa sentire entro una settimana gli mandi la lettera dell'avvocato. 

Se è ovviamente lecito dedurre che il cliente P001 verrà servito prima del cliente P002, poiché ciascun raggruppamento è bene ordinato, è difficile capire in che modo i numeri di un raggruppamento abbiano la precedenza su quelli di un altro: verrà servito prima E024 o P011? A033 o C019? potrebbe dipendere da questioni meramente arbitrarie come il numero totale degli utenti in ciascun raggruppamento, dalla velocità dell'impiegato allo sportello, da una qualche implementazione postale e malvagia della legge di Murphy. E allora tu stai lì, paziente, in coda, nella lenta transumanza degli altri utenti in coda come te, nel lieve e umido calore umano che comincia a evaporare da cappotti altrimenti odorosi di naftalina e vita vissuta, mentre rari avventori esterni si affacciano alla porta, guardano l'interno con una certa curiosità etnologica e poi decidono che ripasseranno più tardi. Ma tu sei lì, in coda, paziente, affidi il tuo tempo, le ore migliori della giornata, gli anni migliori della vita, a un algoritmo di dubbia consistenza, stringi tra le mani il biglietto col tuo numero, sapendo che quantomeno sei in un raggruppamento ben definito. 

E poi arriva, regolare e inevitabile, l'utente quantistico. L'utente quantistico è generalmente un pensionato che si potrebbe supporre scaltrito da anni in cui la fila alle poste era gestita, invece che dai biglietti col numero, dal livello di tracotanza e dall'agilità nell'insinuarsi tra gli altri, e si potrebbe altresì supporre che sia nostalgico di quei tempi arbitrari. 

Ma non è così facile. 

Egli infatti è perfettamente a suo agio nel concetto di fila ordinata, ma è anche consapevole del fatto che il servizio di cui vuole usufruire non è determinabile prima dell'osservazione: inferisce che esso sia descritto da una funzione d'onda data da una qualche combinazione lineare degli autostati degli operatori A,E,C,P (come precedentemente definiti), e quindi si avventa sul distributore dei biglietti e ne prende uno per tipo. 

Dopo essersi accertato che tutti abbiano visto quello che ha fatto si guarda prudentemente in giro, aspettando che il resto dell'utenza in coda approvi la sua conoscenza della meccanica quantistica, mentre in realtà il resto dell'utenza ormai intiepidita dall'altrui afrore aspetta, più che il collasso della funzione d'onda, il proprio. 

Infine si lamenta perché non lo fanno passare avanti.

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