lunedì 12 giugno 2017

Sistemi elettorali

Persa come sono tra maggioritari, proporzionali, uninominali, soglie di sbarramento, doppio turno e altre caratteristiche dei sistemi elettorali in uso nelle moderne democrazie, mi sono permessa di riassumere alcune idee che mi sono venute in mente su come si potrebbe fare qui da noi. Sono sistemi facili e di immediata comprensione per l’elettore italiano, che come è noto è sempre in bilico tra Dewey, Kelsen e il gol di Turone.

SISTEMI ELETTORALI

Mondialicum: sei gironi all’italiana, passano il turno i primi due candidati, ripescaggio dei quattro migliori terzi; si passa quindi alla fase a eliminazione diretta. Prevista la telecronaca di Caressa con commento tecnico di Zagrebelsky (solo per abbonati SKY. Gli altri si tengono la diretta di Mentana)

Sanremellum: previste due differenti classifiche, i Big e le Nuove Proposte, per i due rispettivi rami del Parlamento (che saranno all’uopo rinominati in seguito a opportuna legge di riforma costituzionale). Il vincitore di ciascuna categoria viene eletto tramite televoto e un ballottaggio con Albano Carrisi. Prevista l’assegnazione di un premio della critica che determina l’attribuzione di 1/5 dei seggi in ciascuna sezione; al vaglio dei costituzionalisti la legittimità di una soglia di verifica per la notorietà post elettorale (il cosiddetto “Emendamento Jalisse”)

Evangelicum: sistema elettorale per cui gli ultimi saranno i primi. Prevista una clausola di salvaguardia per chi volesse restare ultimo ma comunque partecipare in modo dirimente alle discussioni e alle delibere

Ricorsellum: il risultato elettorale è valido solo se riconosciuto dal TAR del Lazio

Decoubertinellum: sistema elettorale per cui l’importante è partecipare, così poi non perde nessuno

Superenalotticum: i seggi vengono assegnati per estrazione, ma è possibile scommettere sui numeri ritardatari

E ricordate in ogni caso di leccare le matite e di fotografare la scheda elettorale per condividere l’immagine sui Social Network con citazioni spurie di Pericle e Sandro Pertini.


Democrazia è partecipazione!

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