lunedì 18 settembre 2017

Le Solitarie

Le Solitarie
(quartine elettorali pagate dalla ka$ta)
Concorre alle primarie di partito
(pardon, mi si scusasse, Movimento)
il giovane virgulto, già portento
e del gran capo primo favorito.
“Pertanto mi servisse un avversario”
conciona, in congiuntivo traballante,
il trepido Giggino, titubante
e debole sul lato giudiziario
(né sol d’imputazione vuolsi afflitto,
ché non ne soffrirà certo dei danni:
ma pur di quel che, ignoto già da anni,
gli manca per gli esami di diritto.)
Ahimé, si fa deserta la tenzone:
non Fico, non il prode Di Battista,
nessuno che s’aggiunga a quella lista
che quasi più non sembra un’elezione.
“Mi candido, mi valuto, m’accetto”
discorre e tutto preso ne ragiona:
“Di contro a me vi sia la mia persona,
antagonista del proprio soggetto!”
E qual si pugna l’anima nel doppio
vincente e sopraffatto da se stesso
Giggino grida ancor, come un ossesso:
“Ho vinto contro me, con me m’accoppio!
Se in primavera, oh sì, stagione bella,
m’arride la vittoria elettorale,
per quanto ne capisco e quanto vale,
a me ben s’affidasse Mattarella!
Che gli altri, di me e me, sono ben peggio.”
Così torna a sognar Palazzo Chigi.
Da lungi, pudibondo a quei servigi,
sorride tra le brume Casaleggio.