domenica 31 dicembre 2017

Quartine per il 2018

Gennaio
Fa freddo, la monnezza, poi la dieta,
campagna elettorale: scendi in pista!
si scinde da sinistra un'altra lista,
la neve sopra tutto scende quieta.

Febbraio
Mese più corto, pur sol d'uno spicchio:
tutto il paese dibatte a Sanremo
sul canto gorgheggiante e mezzo scemo,
ma almeno per quest'anno c'è Vesicchio.

Marzo
Si vota. Quest'è il giorno della svolta!
Si sceglie, tutti tronfi, un sommo guaio
tra Berlusconi, Salvini o Di Maio.
Di qua noi ci si scinde un'altra volta.

Aprile
Fra maggioranze stentate, costretti
si muovono all'insieme i populisti.
L'un contro l'altro, i poveri Cristi.
Vogliamo un altro film, Nanni Moretti.

Maggio
Nuovo governo, la vita già dura:
la borsa un po' vacilla, ma non crolla.
S'aggrava il bel paese, carne frolla;
legifera, cianciando, la paura.

Giugno
Taciuta l'influenza, tanta o poca
sul dato elettoral, di là da Mosca
parte il mondiale degli altri. S'infosca
il cuore dell'Italia, che non gioca.

Luglio
Fa caldo! Quanti sbarchi! Le maligne
vocette dall'Europa, dalle banche
non fiaccano le membra nostre, stanche.
(Ventura, perché mai togliesti Insigne?)

Agosto
Pubblico il debito già si scialacqua,
d'uscir dall'euro qualcun fa l'augurio.
S'innalza la colonna di mercurio,
il caldo percepito, bomba d'acqua.

Settembre
Dai dati non si vede una ripresa,
c'è poi la prima crisi di governo.
Un piccolo promette appoggio esterno.
Ancora un'ingerenza della Chiesa.

Ottobre
Si scalda il sindacato; fa le veci
di quanto ancora si scinde a sinistra.
La cosa pubblica mal s'amministra,
Rating che scende sui minimi greci.

Novembre
Si chiede di sanare il territorio,
arriva l'alluvione, puntuale.
Lo spread, imperturbato, guarda e sale.
L'Europa ci commina un direttorio.

Dicembre
La gente per Natale si fa bella
brandendo i suoi presepi come vanti.
In mare un'altra strage di migranti.
Saluta, triste e solo, Mattarella.

martedì 19 dicembre 2017

Spelacchio al Pantheon

Spelacchio al Pantheon
È pace, sì, la morte, ma non calma:
il giorno in cui, fatal, tirò le cuoia
Spelacchio (che, da vivo, mai ‘na gioia)
nell’Urbe si parlava d’altra salma:
non più d’abete, neppure di palma,
ma di chi ci permise il calvo boia,
il terzo Emanuele dei Savoia.
Sì duplice si dà in natura l’alma:
ché l’uno, miserando nella chioma,
e secco e tutto grinze in ogni ruga
un brindisi festivo pur sognava;
in Brindisi di Puglia se ne andava
quell’altro, progettandovi la fuga,
ed or vuole tornar, da morto, a Roma.